Care e cari associati,
Agosto, tempo di vacanze e di sogni. Sono un uomo che ama la concretezza, ma ammetto che ogni tanto mi
piace uscire dalle righe. E’ fondamentale mettere in fila obiettivi, problemi e soluzioni. Ma nulla si può fare davvero se non si è capaci di guardare le cose da un altro punto di vista.
Eccomi qui, allora, con in mano
preoccuparsi di portare a casa il pane. Ad esempio, forse per guadagnare qualcosa in più, scriveva i discorsi
ufficiali con cui le università americane a fine anno accademico salutavano i laureandi.
In questi testi, destinati a giovani promettenti e con tutta la vita davanti, ci sono insegnamenti che noi
commercianti, sentinelle sul territorio e “comitato di benvenuto” per i turisti, sperimentiamo ogni giorno.
Mi ha colpito in particolare il discorso tenuto alla Rice University in Texas, nell’ottobre del 2001, un mese
dopo l’attentato alle Torri Gemelle. Nonostante il periodo di tensione generale, lo scrittore si rivolgeva alle
generazioni future con ottimismo, mettendo in contrapposizione il successo individuale con il senso di
comunità. Ed è proprio nella comunità che, non mi stancherò mai di dirlo, si trova una ricchezza che può
davvero cambiare la vita personale e lavorativa di tutti noi. Ed è in un momento di sconforto come questo,
quando complice la situazione internazionale sarebbe più facile erigere delle trincee, quando di fronte ai
cavilli della burocrazia ci si sente soli come don Chisciotte contro i mulini a vento, che si rafforza il richiamo al senso di comunità.
Qui sotto trovate uno stralcio del discorso di Kurt Vonnegut. Mi sono preso qualche licenza per inserire
alcuni temi e riferimenti cari al mondo del commercio. Spero che né voi né lo scrittore mi vogliate male per
questa libertà.
La stima dei nostri vicini: questo è ciò che conta nel commercio. I vicini sono le persone che ci conoscono
e che ci possono vedere, a cui magari siamo stati d’aiuto o abbiamo fornito stimoli utili. Non sono certo i fan
sui social o i like che ottengono i prodotti venduti online. Per guadagnarci la stima di chi ci sta vicino,
dobbiamo applicare le capacità che abbiamo acquisito negli anni e raggiungere gli standard di onestà e
concretezza che abbiamo imparato con l’esperienza, o dall’esempio di chi ci ha preceduto. In questo senso, il
valore del nostro lavoro non è misurabile solo in termini di fatturato, ma anche nel legame che riusciamo a
costruire con la nostra clientela, quella fedele, che apprezza la nostra competenza e il servizio personalizzato.
Giusto è impegnarsi per avere regole che proteggono il piccolo commercio – lo stiamo facendo in questi
mesi con la Commissione provinciale di Tutela sindacale di cui sono presidente, con il contributo di
professionisti, come l’architetto Giorgio De Wolf e l’avvocato Antonio Chierichetti -, ma è ancora più
importante saper guardarci ogni giorno intorno per capire quanta ricchezza abbiamo tra le mani in
termini di presenza, di rapporto con le persone, di capacità di fare squadra e valorizzare il nostro
territorio. Dobbiamo essere felici di tutto questo, perché se perdiamo di vista questi valori, perdiamo
tutto, compresa la possibilità di creare un modello di commercio sostenibile che resista alla concorrenza
delle grandi catene e dell’e-commerce. Anzi, non solo dobbiamo esserne felici, ma anche farci caso.
Il vostro Antonio Besacchi


