«È indispensabile definire criteri chiari su chi può esercitare legittimamente la contrattazione collettiva». Con questa dichiarazione il segretario generale di Confcommercio, Marco Barbieri, ha aperto il suo intervento al convegno organizzato da Fisascat Cisl il 16 settembre a Roma, dedicato alla contrattazione nel terziario di mercato.
Una giungla di oltre 250 contratti
Barbieri ha ricordato che nei soli settori del terziario e del turismo si contano oltre 250 contratti collettivi, ma la maggioranza dei lavoratori è coperta da pochi CCNL realmente rappresentativi. Tra questi spicca il CCNL Terziario, Distribuzione e Servizi firmato da Confcommercio, che da solo interessa circa 2,5 milioni di addetti. Tutti gli altri, i cosiddetti “contratti pirata”, generano distorsioni pericolose: «producono effetti negativi per le imprese, per i lavoratori e per l’intera economia», ha avvertito Barbieri.
L’urgenza dei controlli
Per Confcommercio, accanto alla chiarezza sui criteri di rappresentanza, è altrettanto fondamentale rafforzare i controlli. «Solo così – ha sottolineato Barbieri – sarà possibile far emergere e correggere le distorsioni ancora presenti e ristabilire condizioni eque di concorrenza». Un messaggio che ha incontrato l’attenzione di sindacati, istituzioni e mondo accademico presenti al confronto.
I dati della ricerca Adapt
La ricerca Adapt, presentata nel corso dell’iniziativa, ha documentato come i contratti pirata possano causare perdite retributive tra i 3mila e i 4mila euro lordi l’anno, con picchi di oltre 7mila per i magazzinieri e fino a 4.500 per gli addetti alle vendite. A queste decurtazioni si aggiungono tagli ai contributi previdenziali superiori ai 1.500 euro annui, con conseguenze pesanti anche sul futuro pensionistico.
Un confronto ad ampio raggio
Oltre a Barbieri, al convegno hanno partecipato il viceministro del Lavoro Maria Teresa Bellucci, il professor Michele Tiraboschi, il segretario generale Fisascat Cisl Davide Guarini e la segretaria generale Cisl Daniela Fumarola, che ha definito il dumping contrattuale «una pratica che mina alle fondamenta l’equità del mercato del lavoro e la qualità della nostra economia» .


