QUI la sintesi della Finanziaria: sintesi e priorità
Il Consiglio dei ministri ha approvato la quarta legge di bilancio del governo Meloni, una manovra da 18 miliardi di euro che punta su riduzione delle tasse, sostegno alle famiglie e interventi selettivi sul sistema pensionistico. Oltre metà delle risorse (10 miliardi) derivano da tagli alla spesa, mentre la parte restante da nuove entrate.
Tra i principali provvedimenti figurano il taglio dell’Irpef per il ceto medio, la flat tax al 5% sugli aumenti contrattuali, nuovi fondi per la sanità e incentivi per la natalità e l’occupazione femminile.
Tagli fiscali e misure sociali
La seconda aliquota Irpef scende dal 35% al 33% per i redditi tra 28 e 50mila euro, con un beneficio massimo di 440 euro l’anno. Per i lavoratori con redditi più bassi debutta una mini flat tax al 5% sugli incrementi retributivi previsti dai rinnovi contrattuali, mentre vengono rifinanziati i bonus per famiglie e ristrutturazioni edilizie. La sanità ottiene 2,4 miliardi aggiuntivi nel 2026, e sul fronte previdenziale viene bloccato l’aumento automatico dell’età pensionabile per le categorie gravose.
Equilibrio nei conti, ma crescita ancora fragile
La premier Giorgia Meloni ha definito la manovra “seria ed equilibrata”. Tuttavia, il quadro macroeconomico rimane prudente: nel Documento programmatico di finanza pubblica, la crescita del Pil è stimata allo 0,5% nel 2025 e allo 0,7% nel 2026. È su questo terreno che si innesta la riflessione di Confcommercio, che accoglie con favore alcune scelte del Governo ma invita a rafforzare la spinta sui consumi e sulla competitività del sistema produttivo.
Confcommercio: bene i tagli fiscali, ma servono correttivi per rilanciare consumi e investimenti
Nel suo commento ufficiale alla Legge di bilancio, Confcommercio esprime un giudizio complessivamente positivo, ma con una richiesta chiara:
«Bene il rispetto dell’equilibrio dei conti pubblici e le prime misure a sostegno di redditi e famiglie, ma servono correttivi per dare maggiore impulso alla crescita e ai consumi».
L’organizzazione apprezza in particolare la riduzione della seconda aliquota Irpef, l’alleggerimento del prelievo sugli aumenti contrattuali e il ridisegno dell’Isee familiare, insieme alla superdeduzione del costo del lavoro per i neoassunti e alle misure di pace fiscale che prevedono una rateizzazione ampia delle cartelle esattoriali.
Tuttavia, secondo Confcommercio «resta l’esigenza di estendere il taglio Irpef ai redditi fino a 60mila euro, detassare gradualmente le tredicesime e proseguire verso l’abolizione dell’Irap», interventi che – sottolinea l’associazione – «potrebbero incidere in modo diretto sul potere d’acquisto delle famiglie e sulla propensione alla spesa».
Prampolini: «Ridurre il fisco resta la chiave per lo sviluppo del Paese»
A spiegare la posizione dell’associazione è Donatella Prampolini, vicepresidente nazionale di Confcommercio con delega alle politiche fiscali e di bilancio:
«Il quadro economico resta improntato alla cautela: Pil in crescita modesta, fiducia delle famiglie fragile e consumi stagnanti. In questo contesto, intervenire sul fisco è imprescindibile per lo sviluppo e la crescita del Paese».
La dirigente indica le priorità: innalzare a 60mila euro la soglia della seconda aliquota Irpef, alleggerire il prelievo sulle tredicesime e sugli aumenti contrattuali, rendere strutturale la “Ires premiale” per le imprese che investono in innovazione e nuova occupazione, e completare il percorso di abolizione dell’Irap.
Sul fronte della riscossione, Prampolini invita a «smaltire l’ingente magazzino dei carichi fiscali» attraverso una rateizzazione ampia e generalizzata, e propone agevolazioni fiscali per la spesa culturale delle famiglie, da considerare parte integrante del welfare moderno.
La vicepresidente evidenzia anche la necessità di rafforzare le misure per le imprese e i territori, accelerando il completamento del Pnrr, potenziando le Zone economiche speciali e rilanciando gli investimenti infrastrutturali.
Altro tema cruciale è il credito: «Negli ultimi quindici anni i prestiti alle imprese si sono drasticamente ridotti. Servono riforme strutturali dei Confidi e del Fondo di Garanzia per le Pmi, per favorire l’accesso al credito anche alle aziende meritevoli ma oggi penalizzate».
Sul piano energetico, Confcommercio chiede di disaccoppiare il prezzo dell’elettricità da quello del gas e di prorogare la sterilizzazione degli oneri di sistema, mentre sul versante del lavoro propone di rafforzare l’istruzione professionale, sostenere previdenza complementare e fondi sanitari integrativi e riformare il Fondo d’integrazione salariale (Fis), che oggi – spiega – «non tutela a sufficienza le piccole imprese del terziario».
