Cari associate, cari associati,
il Natale è ormai alle porte. Una ricorrenza che, siate credenti o meno, è un invito a rinnovare lo spirito. Dobbiamo riempirci di energia nuova in vista delle sfide che si presenteranno nel 2024. Il mio augurio quest’anno è quello di diventare sempre più protagonisti della vita sociale, perché il commercio non è, e perdonatemi il linguaggio schietto, “farsi gli affari propri”.
L’anno che si sta chiudendo è stato denso di eventi. A livello internazionale abbiamo assistito impotenti allo sviluppo di un secondo conflitto tra Palestina e Israele, i cui scenari sono ancora in divenire e preoccupanti. A livello europeo persistono le problematiche legate alla guerra in Ucraina: abbiamo guadagnato un po’ di stabilità sul costo delle energie, ma il costo delle materie prime è in costante aumento, cosa che abbiamo tutti riscontrato nelle nostre attività. Permangono anche le difficoltà di reperire i prodotti. Certo, perché quello che accade su grande scala viene a riflettersi nel piccolo, e sul commercio, che è qualcosa che tocca tutti. Persino il riscaldamento globale, un tema che forse fino a ieri vedevamo come distante, ci ha interessato da vicino, “azzerando” le vendite del settore abbigliamento questo autunno.
Gli esempi che vi sto facendo dimostrano come il commercio non stia in una bolla, non ruoti intorno “al cassetto”. Fare il commerciante è molto altro: da una parte siamo la cartina tornasole di quello che accade sopra di noi. Dall’altro siamo chiamati a fare la nostra parte per disegnare il mondo che vogliamo, andando talvolta controvento, combattendo contro i mulini a vento, ma sempre con la voglia di lasciare un’impronta.
Potrei annoiarvi ancora una volta parlandovi dell’importanza del commercio nel tenere in vita le città, del valore sociale di un negozio in un quartiere. In questo numero c’è un articolo scritto da me in cui mi interrogo sulla morte delle edicole e sul riflesso che questo ha nell’informazione. Perché leggere su un cellulare non è la stessa cosa che sfogliare un giornale. Chi mi conosce lo sa: non temo di farmi dare del vecchio trombone e continuo a dire le cose che mi sembrano giuste anche quando il mondo va da un’altra parte.
Essere la Confcommercio significa anche avere un canale privilegiato per interfacciarsi con le istituzioni. Quest’anno, soprattutto negli ultimi mesi, siamo stati “martellanti” nei confronti del Comune di Varese per chiedere che lo shopping natalizio non fosse messo a rischio dai cantieri, cosa che sicuramente ha aiutato a raggiungere un risultato: l’apertura di 80 posti auto in piazzale Kennedy e dell’autostrada in uscita. Non è moltissimo rispetto ai danni denunciati dai nostri negozianti in questi ultimi anni, ma noi non ci arrendiamo e continuiamo a batterci per chiedere maggior decoro in centro, meno traffico, più sicurezza, tutti elementi che possono migliorare la percezione del centro cittadino. Perché ogni saracinesca che scende è una sconfitta per tutti.
Vi chiedo una cosa per il prossimo anno: non pensate che il nostro settore non possa lasciare un segno e portare a migliorare il mondo in cui viviamo. Abitiamo in uno dei territori più belli di Italia, basterebbe pensar questo per convincerci del valore di quello che abbiamo tra le mani.
Cosa deve avere un territorio per essere turistico? Sport, lo abbiamo. Natura, l’abbiamo. Cultura, c’è. Il commercio deve fare la sua parte. So che è brutto passare per corso Moro e vedere che c’è un bazar di cover di telefoni al posto di uno storico negozio calzature. Così va il mondo, ma non arrendiamoci.
Concludo questo editoriale ringraziandovi. L’entusiasmo con cui partecipate alle nostre attività, l’animosità con cui talvolta ci segnalate i problemi, le idee e il coraggio di trovare soluzioni sono il miglior stimolo per andare avanti.
Vi auguro per il prossimo anno di continuare a credere che siamo quelli che possono fare la differenza. Facciamolo insieme, Confcommercio Ascom Varese c’è. Perché siamo noi.
Auguri dunque. Auguri perché ce li meritiamo e perché non dobbiamo mai smettere di augurarci un futuro da protagonisti.


