Le associazioni dei gestori Figisc Confcommercio e Fegica Cisl, in un comunicato congiunto, hanno spiegato che il Consiglio di Stato ha chiesto al TAR del Lazio di fissare rapidamente un’udienza per esaminare il merito del loro ricorso contro il provvedimento governativo che impone l’esposizione di un ulteriore cartello dei prezzi medi dei carburanti. Il motivo di questa richiesta è che le questioni di legittimità costituzionale sollevate dai ricorrenti richiedono un esame più approfondito, tipico della fase di merito, al fine di valutare attentamente l’efficacia della misura.
Dal 1° agosto 2023 è diventato obbligatorio per i gestori degli impianti di distribuzione di carburante esporre i prezzi medi. Il Ministero delle Imprese e del Made in Italy ha emesso una circolare con dettagli sulle modalità di attuazione e sulla trasmissione dei dati al Ministero.
La dichiarazione di Figisc
«Ma se la funzione del cartello, secondo quanto affermato dal Governo, doveva essere quella di far abbassare i prezzi, l’aumento si rivela sia una dimostrazione della sua evidente inutilità per il consumatore, sia, per contro, una conferma dei timori espressi dall’Antitrust che la diffusione del dato del prezzo medio come da citazione testuale può “determinare effetti negativi, facilitando la convergenza degli operatori su politiche di prezzo sostanzialmente allineate intorno a un comune indicatore di riferimento”».
Dubbi legalità e aumenti post-obbligo
I gestori mettono in evidenza che la questione è ancora in fase di esame e che l’intera disposizione, in vigore dall’inizio di agosto, poggia su basi legali non del tutto chiare, soprattutto per quanto riguarda le sanzioni più severe. Nella loro dichiarazione, enfatizzano che a partire dal 1° agosto i prezzi della benzina e del gasolio sono aumentati (in media tra le regioni) di circa 4 centesimi al litro per la benzina e di circa 9 centesimi al litro per il gasolio, corrispondendo a un aumento delle quotazioni internazionali dei prodotti raffinati nello stesso periodo.
Strategie complesse per affrontare l’aumento dei prezzi, senza colpevolizzare i gestori delle stazioni di servizio
Secondo le associazioni dei gestori, per affrontare la tensione sui prezzi e le vere ragioni dell’incremento, è necessario adottare misure complesse, comprese eventuali soluzioni fiscali, ma non dovrebbe essere promossa una semplice ricerca di colpevoli che diffonde l’idea che i prezzi salgano a causa degli operatori petroliferi, in modo ingiustificato.